mercoledì 6 agosto 2008

MARIO SCHIFANO A ROMA







Il fenomeno commerciale di Mario Schifano non cessa di stupirci, certo è che le molte migliaia di opere concentrate nelle mani di alcuni commercianti di settore devono in qualche maniera influenzare il giudizio della critica.Tutto quello che si può dire o mostrare su Mario Schifano è oggi racchiuso nello spazio espositivo dell?Ex-Fabbrica Peroni. Una mostra con solo 32 opere di grande formato divise per tre differenti percorsi: OPEN SESAME (1961), SPLENDIDO E ASTRATTO (1962-63) e MUSA AUSILIARIA (1996).Questo romano di adozione (nasce infatti ad Homs in Libia nel 1934) mai troppo lucido in vita, viene ora innalzato a figura cardine nel panorama artistico della capitale. La critica un tempo severa quando negli anni ?60 esponeva insieme a Festa, Lo Savio, Angeli e Uncini alla Galleria La Salita di Roma, oggi cerca di farne un fenomeno europeo in grado di spiegarci con la sua arte i meccanismi alla base della comunicazione di massa.
Personalmente l'operazione non ci convince: la ripetitività e la scarsa qualità delle opere, la quantità dei pezzi sul mercato ed i numerosissimi falsi in circolazione con e senza autentiche condizionano ed orientano i troppi interessi economici in ballo facendone più un fenomeno del mercato televisivo e mediatico, che un maestro reale della comunicazione di massa.
Critici di fama pubblica e televisiva che a loro stesso dire fino a qualche tempo fa non parlavano all'artista neanche per telefono, ora lo esaltano in pubblicazioni i cui fini commerciali sono fin troppo apparenti, pubblicazioni che portano nelle loro tasche cifre tutt'altro che irrilevanti e che avrebbero avuto ben altra rilevanza se edite 15 o 20 anni orsono.
Per finire un consiglio ai collezionisti: puntare su opere dei primi anni sessanta tipo le pennellate continue su carta incollata su tela o le prime opere pop ben più rare e qualitativamente appetibili che non sulla produzione recente "industrializzata" e spesso ripetitiva che potrebbe non dare le soddisfazioni economiche che alcuni mercanti promettono.

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