giovedì 8 febbraio 2007

MADONNA THE CONFESSION TOUR 2006


IL DVD DEL MESE


Naturalmente c'ero anche io a Roma grande emozione.

Il concerto proposto in DVD è tratto dalla serie di spettacoli tenuti dalla popstar nel salotto buono del suo tour, la Wembley Arena di Londra, dove i fedelissimi hanno potuto godere di ogni dettaglio certamente meglio della folla sudata e felice blindata nello stadio italiano. Il prevedibile successo della pubblicazione è il suggello a uno show che ha registrato il sold-out in tutte le 25 città attraversate, fatturando la bellezza di 200 milioni di dollari e proiettando Madonna in testa alla classifica degli incassi mai realizzati dal tour di un'artista di sesso femminile.
Così, sprofondati in poltrona cercando di resistere al richiamo del ritmo, è possibile fare nuove considerazioni sullo spettacolo che ha completato il capolavoro di strategia della popstar. Nell'ottobre del 2005, reduce dal flop di American Life datato 2003, Madonna aveva trovato rifugio in un recupero della Disco Music coniugando la lezione di Moroder con le sonorità coniate negli ultimi 10 anni dai deejay della cosiddetta "scuola francese".
Sembrava un modo per prendere tempo, si è tradotto in un successo planetario. Poi in maggio fecero il giro del mondo le istantanee del primo concerto del Confessions Tour a Los Angeles, con Madonna che canta Live To Tell appesa a una croce di costosissimo cristallo e con tanto di corona di spine.
Rivisto a freddo in DVD, quel momento rivela le buone intenzioni di Madonna: far riflettere sui Gesù della nostra epoca, i 12 milioni di bambini d'Africa rimasti orfani a causa dell'Aids, che diventeranno 20 milioni entro il 2010 se il resto del mondo non farà qualcosa, citando anche il Vangelo (Matteo, 25:35): "...E Dio rispose: Ciò che farai per l'ultimo dei tuoi fratelli, lo avrai fatto a me...".
Ma il primissimo piano della dolente espressione della popstar coronata di spine rende più comprensibile anche il fastidio provato dai cattolici.
La Madonna più impegnata è addirittura mediatrice tra arabi e israeliani in Forbidden Love, performance che la vede interporsi tra due ballerini con la stella di Davide e la mezzaluna dipinta sul ventre, tentando invano di intrecciare le loro mani. E c'è poi il famoso remix di Sorry, con i volti di Bush, Bin Laden, Saddam, Berlusconi, Benedetto XVI e Hitler apparire sui grandi schermi per rispondere dei peccati che l'uomo ha commesso e continua a commettere contro se stesso, la natura, gli animali. "Non chiedermi perdono...Non dirmi che ti dispiace...Sono parole che ho già sentito...".
Scenografie e tematiche già viste, basti pensare al concerto degli U2 del 2005. Persino la veste grafica che avvolge il flashback in video che accompagna il mix Disco Inferno/Music riprende la simbologia in rosso e nero dell'ultimo album degli irlandesi. Ma è proprio questa la parte più godibile, quando Madonna smette i panni della predicatrice e si lascia andare al divertimento, per tenere finalmente fede all'invito con cui aveva aperto il concerto: "Dimenticate il quotidiano... dimenticate i problemi... venite con me...".
Discutibile quando si contraddice e carica sul suo show i problemi del mondo, Madonna è irresistibile quando esibisce in pose sexy la sua tonica silhouette fasciata di nero, di rosso, di bianco, di viola.
Splendida con i ballerini nella gabbia di Jump, esilarante nella rievocazione del "travoltismo" di fine anni Settanta Disco Inferno/Music. Persino scherzosa quando veste il mantello da supereroe della "Dancing Queen" (chi ricorda D.D. Jackson?) e passa da Lucky Star a Hung Up usando un campione degli Abba come filo conduttore.
E' invece comica , Madonna, quando imbraccia la chitarra per tirar fuori due-accordi-due in pose da rockeuse elettrica in Ray Of Light e torturando lo strumento nell'acustica Paradise. Coraggio o presunzione? Nessun problema, il pubblico di Madonna è estasiato dalla poca dimestichezza della popstar con la sei corde, come pure dall'abbondante uso del playback (dal vivo e nel DVD). Tutto perfettamente in linea con il profilo che Madonna ha disegnato attorno a sè in oltre 20 anni di carriera: quello di una donna diventata mito senza bluffare sui propri limiti. Facendone, anzi, la sua forza, quasi una nuova forma di spettacolo. E così, forse per la prima volta nella storia dello spettacolo, la sfrontata esibizione dei punti deboli è diventata espressione di talento.



LE PICCOLE DONNE CRESCONO


LE PICCOLE DONNE CRESCONO

TI AUGURO SEMPRE IL MEGLIO BACI ZIO....

JUMP !!!


Non ho tanto tempo da perdere, è tempo di andare per la mia strada non ho paura di quello che affronterò ma ho paura di restare sto percorrendo la mia strada e posso farlo da sola lavorerò e combatterò fino a che troverò da me un posto siete pronti a saltare? siate pronti a saltare! non guardatevi mai dietro si, sono pronta a saltare prendi solo le mie mani sii pronto a saltare!
BY MADONNA

BOY GEORGE E LA COPERTINA DEL CD....







Ho incontrato Boy George a Bologna nel 1998 durante la registrazione in una trasmissione televisiva alla quale era ospite.
Ho sempre stimato e apprezzato George come Artista e cantante sin dai suoi esordi ed ho realizzato nel corso degli anni svariati artworks a lui ispirati.
L'ho avvicinato in un attimo di pausa, facendomi largo tra la calca di fans che l'assediava, gli ho mostrato i miei artwoek, lui si è dimostrato subito entusiasta e favorevolmente colpito.
Mi ha chiesto di lasciargliene alcuni con la promessa che li avrebbe utilizzati per uno dei progetti a venire.
E' stato di parola : alcuni mesi più tardi una mia opera è stata scelta per la copertina di uno dei suoi album più belli UNRECOUPABLE ONE MAN BANDIT .

mercoledì 7 febbraio 2007

HEATHER PARISI THE QUEEN OF MODERN BALLET







CHE DIRE DI HEATHER.... PER ME UNA GRANDE DANZATRICE IO LA CONSIDERO LA NUMERO UNO DELLA DANZA IN ITALIA , QUANTI RICORDI...... E DAL 1979 AD OGGI CHE SEGUO HEATHER, HO ANCHE IL PIACERE DI CONOSCERE.

HEATHER e capace di trasmettere gioia ed emozioni, capace di comunicare entusiasmo, e tenere alto il nome della DANZA Italiana. io la considero una Farfalla della Danza.

sono molto affezzionato alle sue sigle e hai suoi balletti consiglio un suo vecchio albun "Cicale&Company"tra l'altro molto attuale oggi, le mia canzoni preferite sono: Filo di Ragno,Vanessa la Farfalla Vamp,Radiostelle,Crilu' ....... l'elenco non finirebbe mai.

Recentemente e uscita questa raccolta carina, dove Heather mi ha lasciato una dedica quando e venuta qui a Torino e ci siamo fatti alcune foto.
insomma W Heather Parisi e i ricordi che mi mantengono sempre allegro e vivo.

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IL BIANCO E NERO DEL JAZZ


Perché il bianco/nero per le foto sul jazz se non per coglierne l’essenza, ovvero il suo essere e il non essere, l’esito di mondi ed esperienze lontanissime, ma anche l’assenza di scrittura musicale e la presenza di oralità popolare, la sintesi di primitive sonorità e ritmi metropolitani?
Perché il nero ci conduce all’anima africana e il bianco alla location occidentale e americana del suo sviluppo, il nero al colore dei suoi miti, il bianco ai suoi epigoni europei.
Non a caso dunque grande esempio di sincretismo culturale, concetto che è spesso riferito alle religioni: la lingua e la musica appartengono per gli africani a un vissuto religioso panteistico dove tutti gli elementi naturali rappresentano altrettanti principi sacrali. Ecco la necessità di un’espressione coreutica della musica, fortemente simbolica dell’anima sacra, espressione rituale e devozionale così come la danza, la percussione, il canto. Ecco l’incontro con la strumentazione bianca che offre un’estensione alla capacità e al timbro della voce nera. Ecco ancora il nostro bianco/nero, questo magico incontro che immaginiamo a New Orleans come in un sogno, fra abiti charlestone di ragazze androgine e performance di improvvisazioni tra grandi uomini neri, dove l’anima, quella che crede e ama, liberamente sceglie di onorare il suo dio.

IL GIARDINO DELL' ETERNO RITORNO




Ci sono cimiteri e cimiteri, quelli piccoli e raccolti dei paesini, aperti fino a tardi la sera, dove le vedove si incontrano per parlare, e quelli maestosi delle città, dove le famiglie mostrano il loro rango.
Il cimitero di Torino è entrambi, piccole aree silenziose che riproducono l’intimità del paese, lunghi colonnati e nicchie, ciascuna con la propria statua macabra a ricordare la grandiosità di una dinastia come la sua caducità, tombe monumentali che sorvegliano i percorsi tra le file di loculi e le aiuole.
Il silenzio però è ovunque e la città intorno è percepita come lontana, un’eco di vita dove invece si fa avanti la morte. Qui il suo mistero ci attrae e poco alla volta, seduti su una panchina, diventa più familiare dei rumori sullo sfondo.
Lasciando i viali principali e le lunghe vie che sembrano voler riprodurre le vie cittadine, si entra in un altro mondo, dove occhieggiano puttini sbiaditi, volti affranti di madri e di mogli, coppie di sposi antichi dallo sguardo severo, vedove che piangono il loro dolore sdraiate ad accarezzare le lapidi.
La donna distesa che sembra dormire o la Morte in persona con il suo ovvio mantello nero sono i padroni di questo spazio che noi vivi per poco stiamo attraversando, di nuovo vicini per un attimo struggente a chi ci ha lasciato. Una breve anteprima dell’incontro che avverrà quando anche noi raggiungeremo del tutto quella sponda.
I nostri ospiti silenziosi ci aspettano pazientemente.

Questo è il significato di queste foto, scattate in mattine diverse al Cimitero Generale di Torino.
Un omaggio al mistero della Morte, un gesto d’affetto verso i nostri cari che immaginiamo vicini a noi e che lì si rappresentano perché non scompaia il ricordo.


Testo S. Maruffi - S. Vada

MARILYN SEMPLICEMENTE MARILYN.....







SEGUO MARILYN MONROE DAL 1980 AD OGGI CHE DIRE... LE IMMAGGINI PARLANO DA SOLE, CONSIGLIO QUESTO MERAVIGLIOSO LIBRO CHE CONTIENE L'ULTIMA SESSION FOTOGRAFICA DI BERT STERN DOVE MARILYN E SEMPLICEMENTE BELLISSIMA. "MARILYN THE LAST SITTING" 2571 FOTO SCHIRMER ART BOOK.


Mi è capitato spesso di finire su un calendario. Ma mai per una data precisa.
Marilyn Monroe.

A sex symbol becomes a thing. I hate being a thing.
Marilyn Monroe.

Ti sforzi di prendere la testa del chiodo, non semplicemente di tirare una martellata
Marilyn Monroe.

I don't mind living in a man's world as long as I can be a woman in it
Marilyn Monroe.

Non voglio fare soldi, voglio solo essere meravigliosa.
Marilyn Monroe.

Men are always ready to respect anything that bores them
Marilyn Monroe.


Quel che ho dentro nessuno lo vede
ho pensieri bellissimi che pesano
come una lapide.
Vi supplico, fatemi parlare!


Sono orribile
ma datemi tempo
mi truccherò la faccia
ci metterò sopra
qualcosa di splendente
e sarò di nuovo
Marilyn Monroe.

Trentacinque anni vissuti con un corpo estraneo
trentacinque anni
con i capelli tinti
trentacinque anni
con un fantoccio.
Ma io non sono Marylin
io sono Norma Jean Baker
perché la mia anima
vi fa orrore
come gli occhi delle rane
sull' orlo dei fossi?


Non piangere bambola mia
ora ti prendo e ti cullo nel sonno...
Aiuto, aiuto,
aiuto, sento la vita avvicinarsi
mentre
tutto quello che voglio è morire.
(Morirei se potessi)


Il mio involucro invecchia
ma io devo ancora nascere.



Di tanto in tanto
faccio delle rime
ma non prendetevela
con me.
All'inferno, so benissimo
che non si vende;
quel che voglio dire
è quel che ho in testa.
Dipingere i piatti
dipingere i desideri
con i pensieri
che volano via
prima che muoia
e pensare
con l'inchiostro


Le sue poesie ci raccontano la sua storia, sono riflessioni sulla sua vita di diva, esposta alla mondanità, donna altra da sé; ci raccontano l’amara solitudine della sua anima, che tutti intorno si ostinano ad ignorarle; ci raccontano la sua consapevolezza d’essere intrappolata in un destino dal quale non aveva scampo.Costanti nei suoi versi la percezione di se stessa come fantoccio ed i cupi presagi di morte che, in quella fatidica notte, in modi e circostanze ancora misteriosi, giunse a strapparla alla vita, sottraendola al mondo e consegnandola per sempre al mito.


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SVADAS PHOTOGRAPHER


Salvatore Svadas Sin da giovanissimo inizia ad esprimere con la fotografia e con altre tecniche artistiche se stesso e la sua visione del mondo e delle cose. Nel 1988, appena ventenne, dopo aver concluso il liceo artistico ed aver seguito esperienze di illuminotecnica, comincia a realizzare opere che mescolano fotografia, pittura e manipolazione digitale delle immagini .
Elementi rappresentativi apparentemente slegati tra loro si fondono in maniera perfetta ma quasi impercettibile in alcune suo opere. L’uso libero di queste tecniche utilizzate indistintamente in una sorta di fusione gli servirà come atto di sperimentazione per poi delineare ed esaltare la sua attitudine artistica più spiccata: infatti durante alcune iniziali collaborazioni presso lo studio fotografico Corbetta di Milano e la rivista MODA-STILL LIFE si chiarisce in lui l’istinto per la fotografia come mezzo principale di espressione visiva.
Esegue ritratti a persone comuni e celebrities, still life, reportage in giro per il mondo, sperimentando su se stesso e sugli altri.
Nel 2001 realizza quello che si può definire la sintesi del suo essere e dove sono presenti ambiguità, modernità, ammiccamento, trasgressione, showbiz, dove il doppio si fa uno: la cover per il cd dell'artista inglese BOY GEORGE utilizzata per l'album THE UNRECOUPABLE ONE MAN BANDIT.
Un primo book è “Ritratti & Reportage” dove raccoglie lavori eseguiti tra il 1994 e quest’anno.
Fulminante per lui sarà il workshop con Andreas H.Bitesnich, uno degli artisti a cui si è ispirato da sempre, insieme ad altre icone del suo immaginario come Herb Ritts, Bruce Weber, David Lachapelle e, non ultimo, Robert Mapplethorpe. Sono proprio le parole di Bitesnich a rappresentare per lui un vero e proprio incoraggiamento a non mollare, insieme ad un apprezzamento per la sua tecnica particolarissima.
Vada propone fotografia, elaborazione grafica, immagini con ausilio di strumenti digitali, pittura manuale, patchwork e collage fotografici in una cifra artistica non elementare e mai improvvisata.
Sono presenti sono in lui infatti i richiami ispiratori di artisti del calibro di Warhol, Haring, Basquiat e Clemente, da lui studiati ma soprattutto amati fino ad assorbirne lo spirito.
Vada indaga nelle sue opere il riflesso del suo affanno e lo esaspera nel caleidoscopio del colore o nella brumosità del bianco e nero.
Afferra ciò che intuisce essergli davanti per non lasciarsi anticipare ma anticipare egli stesso le novità del pensiero, tenta di decifrare l’indecifrabile con la poesia e placare nell’amore dell’immagine perfetta ciò che può essere turbamento.

Presentazione a cura di Susanna Maruffi